La comunicazione agita come risorsa per gestire i conflitti

di Carlo Bandiera

 

(Vedi atti convegno "La comunicazione come antidoto alla violenza" Firenze, 2003)

Premessa

La trattazione che intendo proporre richiede il riferimento, seppur in forma estremamente sintetica, a due aspetti (più propriamente due elaborazioni concettuali) che influenzano in maniera determinante, a mio avviso, l'efficacia della comunicazione attuale.

  1. La comprensione della nuova realtà socio-relazionale in una ottica cognitiva e la sua applicazione nell'ambito dei fenomeni comunicativo-relazionali.

    Faccio riferimento alla necessità, che la realtà ci impone, di passare da una impostazione cognitiva di "conciliazione tra gli opposti" ad una di "gestione dei duali".

    Si è passati in questi ultimi anni da una realtà la cui comprensione rendeva indispensabile la capacità di conciliare una fase passiva (cfr. l'ascolto) con una fase attiva (cfr. l'esplicitazione comunicativa) ad una realtà in cui vigono i duali (cfr. ascolto/relazione, locale/globale, pluralismo/soggettivismo, pubblico/privato…) che, come dice il nome, sono due aspetti discordanti ma solo apparentemente contrapposti.

    E' evidente che questa nuova realtà necessita di una trasformazione culturale ancora non del tutto attuata.

  2. I risultati della ricerca "Competere nel 2000" ed in particolare la loro applicazione allo specifico comunicativo. (Il testo "Comunicare nel 2000" scritto con Laura Marozzi li riporta in maniera esauriente.)

Tale ricerca evidenzia che i fattori critici competitivi per l'inizio degli anni 2000 sono: il Tempo, il Metodo e la Creatività, che vanno declinati poi nei vari ambiti tematici di applicazione.

Personalizzazione "Competere nel 2000"

La personalizzazione dei risultati della ricerca "Competere nel 2000" al tema oggetto di questa relazione conduce alla necessità di considerare:

  1. Il tempo, non processuale (ovverosia non riconoscere valore ai trend - imperniati sull'evolversi passato/presente/futuro - ma dar valore all'analisi di vari presenti in differenti ambiti).

    Mentre in passato si poneva attenzione ai processi e quindi alla continuità, oggi sempre di più si pone attenzione alle discontinuità, quindi a tutto ciò che non è processuale.

    D’altronde i processi evocano azioni sequenziali, mentre il non processuale evoca azioni parallele. Ogni qualvolta la complessità cresce, quando cioè vari sistemi alternativi interagiscono l’uno con l’altro, è necessario fasarsi su logiche parallele, non processuali.

  2. La creatività, basata su quelle tecniche che aiutano maggiormente a reimpostare gli aspetti a base del conflitto.

    La quantità di creatività che si mette in gioco in un’attività, sia essa un processo produttivo o creativo, determina anche il suo posizionamento e quindi la sua capacità di reimpostare i termini di base di una questione o, nello specifico, di un conflitto.

    La personalizzazione dell'apporto creativo in questo ambito va intesa come la necessità di ricercare la tecnica creativa che risulti di maggior ausilio alla tipologia del conflitto in studio.

  3. Il metodo, inteso come la personalizzazione delle logiche operative di successo ovverosia la modalità di individuare quegli aspetti culturali di un ambiente che più lo caratterizzano .

Il metodo è la variabile che sta cambiando profondamente il modo di essere della comunicazione: si sta fortemente scindendo quella che si chiama "arte della comunicazione" (quindi "piacere del comunicare" o "comunicazione intesa come mettersi in rapporto"), dalla comunicazione come "tecnica", capace cioè di estrarre e diffondere gli aspetti che più caratterizzano l'ambiente oggetto di studio e raggiungere così l'obiettivo prefissato.

L’aspetto innovativo non è solo nell’efficienza della comunicazione, ma anche nella "oggettualizzazione della comunicazione": la comunicazione diviene il fine, l’elemento caratterizzante il processo intrapreso e, come tale, deve precedere sempre l’evento, l’oggetto, il prodotto/servizio o, comunque, l'elemento che si pone come finalità del processo stesso.

 

La metodologia precomunicativa

Quanto sopra esposto può essere la base concettuale sulla quale innescare due studi/ricerche che consentano di comprendere al meglio l'ambiente oggetto dello studio.

Uno studio rivolto a rilevare gli aspetti caratterizzanti le specifiche culture in gioco ed in particolare la declinazione dei principali valori rilevati negli specifici ambiti.

In una società in cui si debbano "gestire i duali" è fondamentale parlare di valori e non di interessi.

In una società pluralista, per di più inserita in un processo di globalizzazione, in cui i soggettivismi di necessità tendono ad emergere, la logica della comunicazione rivolta ai portatori di interessi viene vanificata dalla impossibilità di dialogo contemporaneo con tutti i soggetti e quindi la logica della comunicazione dei valori diventa l'unica perseguibile.

L'operatività è resa possibile solo a seguito della rilevazione dei valori in gioco.

La compilazione, per ogni differente cultura, di una matrice che riporti in ascisse i valori fondamentali rilevati ed in ordinate la declinazione degli stessi negli specifici ambiti risulta essere la modalità operativa appropriata. (Modalità del tutto simile a quella in uso per strutturare una "matrice di successo" utilizzando le logiche operative di successo.)

Un secondo rivolto ad individuare le regole di autorevolezza nelle specifiche culture.

Tale studio è teso a rilevare quei fattori che più contribuiscono ad imporre o ad accrescere la rilevanza di un dato valore.

Elemento questo assolutamente imprescindibile in quanto consente di attribuire una gerarchia di rilevanza ai valori in essere o in accrescimento.

 

Regola ed azioni comunicative.

Se i due studi/ricerche sono stati eseguiti correttamente è possibile procedere alla fase operativa.

Tale fase consta dell'applicazione di una regola, valida in tutti i casi in cui il riferimento siano le logiche operative di successo, e della ricerca dell'appropriato modello di relazione su cui impostare azioni comunicative congruenti.

La regola di base è:

una comunicazione, culturalmente ed autorevolmente caratterizzata, sui valori in gioco deve sempre precedere l'azione.

L'emergere di tutte le componenti valoriali in gioco, liberamente espresse dai vari soggetti, sottoposte poi ad un processo di composizione relazionale creativo con quanto emerso dagli studi/ricerche effettuati, fornisce le basi per ridefinire caso per caso quel "modello di relazione" che consente di gestire ed anche prevenire il conflitto nel particolare ambiente. Una volta definito il modello di relazione ottimale è difatti possibile attuare una comunicazione che inglobi quelle caratteristiche che la fanno naturalmente assurgere al ruolo di strumento fondamentale per la prevenzione dei conflitti. Di seguito è proposto il processo schematizzato.

(Per le nozioni di base sulle logiche operative di successo e Competere nel 2000 si può consultare il testo: Carlo Bandiera, Laura Marozzi - Comunicare nel 2000 - Franco Angeli)

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